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Bulldozer - The Final Separation
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7- Don't trust the saint1 [100.00%]
1- The final separation0 [0.00%]
2- Ride hard the past0 [0.00%]
3- The Cave0 [0.00%]
4- Sex Symbols Bullshit0 [0.00%]
5- Don andras0 [0.00%]
6- Never relax!0 [0.00%]
8- The death of gods0 [0.00%]
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Bulldozer - The Final Separation, 1986

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JOEY JORDISON
view post Posted on 25/9/2007, 12:24




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Membri
ANDY PANIGADA= guitars
AC/WILD= bass/vocals
DON "ANDREAS"= drums/backing vocals

eccoci qua con il secondo album dei leggendari bulldozer: "The final separation" secondo album anche sotto il nome della casa discografica olandese: la ROADRUNNER; i bulldozer furono il primo gruppo italiano a firmare per una casa discografica straniera...

l'album è composto da 8 canzoni per un totale di 37 minuti e mezzo; breve ma intenso diciamo....
si parte subito con la title track; un'atmosfera cupa e lugubre fa capolinea ad un inizio lento e pesante, come c'avevano lasciato con l'ultima canzone del precedente "The day of wrath".... la voce è del grande AC/WILD, che in quest'album rivestirà per 3/4 il ruolo di cantante, mentre nello scorso album cantava poco; un AC/WILD(vero nome "Alberto Contini" grezzo ,sporco e rude si fonde ottimamente con i riff veloci e graffianti di ANDY che si alternatno a parti lente malefiche, da film horror, dopo si può sentire l'ottimo uso della doppia cassa ad opera di don andreas; l'assolo di andy, anche qui impeccabile, chiude la title track; "Ride hard the past" è un pezzo molto diretto, questa volta le parti lente che si alternavano a parti veloci vengono abbandonate del tutto, ad una scarica d'adrenalina dei tre milanesi che si confermano all'altezza.... tutto perfetto....
è la volta di The cave : pezzo che si apre in maniera "strana", con un grido di goduria da parte di una donna che viene bruscamente interrotto da un altro, questa volta di morte: il pezzo ancora si conferma all'altezza e i "nostri" ci danno dentro come i migliori "venom" e "motorhead".... nella parte lenta possiamo sentire come le grida di lamento maligno si alternano a colpi di doppia cassa,quasi una mitraglietta, lasciando spazio ad un assolo molto veloce di ANDY.... è la volta poi del ritornello che chiude il pezzo. Bene, arriviamo a Sex symbols Bullshit: pezzo che si apre sempre in maniera strana ma mantiene la stessa linea che caratterizzerà SEMPRE i nostri compatrioti; mentre passiamo al VERO pezzo particolare: DON ANDRAS; fin'ora i 4 pezzi da me illustrati avevano solo piccole parti originali e piccole stranezze: la parte lenta della title track, l'intro della terza e quarta canzone alterante dalla voce di una donna e di un maligno....invece qua è una traccia fuori dal comune, forse un inno alla ballata napoletana "IAMME , IAMME"... fatto in maniera "spinta" però e decisamente migliore rispetto a quella originale, non me ne voglioano i napoletani. Un pezzo originale e simpatico che sinceramente non m'aspettavo anche se non ho ancora capito chi canta e chi dice quelle frasi in napoletano, mah! mistero! .... è la volta del pezzi più performanti dell'abum, almeno a mio parere, NEVER RELAX! e DON'T TRUST THE SAINT: si capisce benissimo che i nostri non vogliono rilassarsi; la prima, caratterizzata dall'intro e della fine dalla batteria di Don andreas, dura ben 5 minuti e 39 secondi e da una vera e propria prova di forza e di classe. La successiva è la preferita del sottoscritto: DON'T TRSUT THE SAINT: grandisimi riff di ANDY e grandissimo lavoro di TUTTI...indescrivibile; grandissimo pezzo a mio modestissimo parere, contenuto anche nel best "The years of wrath" uscito nel 1999 ad opera della "Sound Cave"

come si può facilmente capire è un testo contro la religione cristiana , infatti don andras, ha lasciato questa dichiarazione a nome del gruppo, alla rivista "Fanzine Metal", alla richiesta di un suo parere sulla religione cristiana
"« La religione è stata ideata dagli uomini; gli spiriti e le forze soprannaturali no. In questo caso l'opera dell'uomo si è rivelata una grande merda. »
l'ultima canzone è la più lunga dell'album ed anche la più longeva che abbia mai realizzato il trio di milanesi nell'arco della loro carriera: The Death of Gods; qua invece si schierano contro TUTTE le religioni definendosi orgogliosi di non credere a nessuna di queste "schifezza" come loro li definiscono;
il pezzo è ricco di cambi di tempo: si parte con un lento di chitarra acustica, accompagnata poi dal basso e dopo dalla batteria..... il pezzo è in gran parte lento, come gli assoli di ANDY, molto più orecchiabili rispetto a quelli più veloci che caratterizzano l'album.... non hanno bisogno di commenti come il resto della canzone; al 4° minuto si assiste ad un richiamo alla guerra ritornando alle sonosrità "motorheadiane" ,spingendo al massimo, alternado come di consueto il lento con il veloce.....
un'altra ottima prova dei nostri compatrioti: COMPLIMENTI
BULLDOZER R.I.P.

Edited by evileye9000 - 26/9/2007, 15:57
 
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O CAZZ
view post Posted on 19/12/2009, 08:45




MA CHE è STA RECENSIONE DI MERDA????? è PIENA DI ERRORI!!!!!!
 
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bruce 1987
view post Posted on 20/12/2009, 12:27




noi siamo vulgarmetal e non abbiamo questo grande interesse per la semantica :D
 
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O CAZZ
view post Posted on 27/12/2009, 11:36




SI VABBE' MA "RIDE HARD THE PAST" E' LA CILIEGINA SULLA TORTA!!!!!!!!!
 
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3 replies since 25/9/2007, 12:24   544 views
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